FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO: SI DOVREBBE COMINCIARE … MA NON PER TUTTI

di Guido Francesco Guida

IMG_1197Pare che questa volta si dovrebbe partire…

Saranno la Provincia autonoma di Trento, la Lombardia, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Valle d’Aosta le prime cinque regioni che, secondo il monitoraggio di Agid (www.agid.gov.it/monitoraggio), parteciperanno alla realizzazione di una soluzione federata di Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse) del cittadino. Si tratta di una tecnologia che, una volta a regime, metterà su una piattaforma digitale, a cura del Servizio Sanitario, l’insieme dei dati e documenti di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi del cittadino che ne è titolare.
Diceva il filosofo spagnolo Santajana “Coloro i quali non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. Ed in questa affermazione c’è l’essenza di uno dei mali più profondi della sanità italiana soprattutto del territorio: la difficoltà a reperire tempestivamente e con accuratezza le informazioni sanitarie con conseguente perdita di tempo, reiterazione di cure ed esami già effettuati, allungamento dei tempi per pervenire ad una corretta diagnosi e terapia, incremento dei costi.
I vantaggi quindi di un supporto elettronico di dati immediatamente condivisibili sono innumerevoli. Tra questi ricordiamo un miglioramento della qualità e continuità delle cure, la trasparenza degli interventi sanitari, una migliore gestione delle malattie croniche e di quelle acute come, ad esempio in caso di emergenza, la possibilità di accesso immediato ai dati sanitari, una accurata anamnesi farmacologica e clinica con la possibilità di inserire eventuali allergie, uno spazio potrebbe essere dedicato alla possibilità di dare il consenso per la donazione degli organi. E poi ancora: la possibilità di definire e programmare dati epidemiologici, clinici e di farmaco-economia per una migliore gestione della spesa sanitaria da parte degli organismi preposti. I problemi e le resistenze sono fondamentalmente legate al tempo da dedicare all’inserimento dei dati. Privacy e pericolo mercificazione dei dati sensibili sono temi veri, ma oggi la tecnologia consente adeguate garanzie e non servano da paravento per coprire inefficienza e scarsa volontà.
La storia del fascicolo sanitario elettronico è abbastanza lunga e macchinosa. Il Garante per la protezione dei dati personali definì le linee guida in tema di FSE e di dossier sanitario nel luglio 2009 seguite l’11 nov 2010 da parte del ministero della Salute dalle “Linee guida nazionali”. A queste con il D.L. 18 ottobre 2012 n.179 sono seguite nuove “Linee guida”. Il FSE veniva poi riproposto delle “disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia” nel 21 giugno 2013 che lo menzionava includendolo tra le priorità dell’agenda digitale per coprire il cosiddetto “Digital divide” italiano. L’ultimo appuntamento perentorio sarebbe dovuto essere il 30 giugno 2015 data entro la quale si sarebbe dovuti partire in tutte le Regioni e Provincie autonome. Adesso sembra che ci siamo e l’Infrastruttura digitale, una volta a regime, permetterà ai cittadini la consultazione dei propri dati sanitari anche fuori dalla propria regione di appartenenza (per lo meno tra quelle che attiveranno l’iniziativa). Le altre regioni in fase di sviluppo sono il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Molise, le Marche e la Puglia. Delle rimanenti regioni non si hanno notizie certe. La Sicilia, in particolare, nonostante l’avvio della ricetta elettronica risulterebbe priva di un portale open data istituzionale e del fascicolo elettronico sanitario.

“In God we trust all the others must bring data”: in Dio crediamo per fede tutti gli altri debbono mostraci dei dati, sintetizzano giustamente Lynch J. and Suckler D. nel loro articolo Int J Epid 2012.
Fonte foto: eicuegypt.com

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QUANTI DESIDERI! APPROFITTIAMO DELLA NOTTE DELLE STELLE CADENTI …

di Guido Francesco Guida

Tu guardi le stelle, stella mia, ed io vorrei essere il cielo per guardare te con mille occhi.   Platone

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Ci siamo! È la notte degli innamorati, dei sognatori, ma anche degli astrofili! La notte tra il 10 e l’11 agosto ci aspetta tutti con il naso insu’ alla ricerca delle “stelle cadenti” e la mente altrove. È una notte antica che si rifà, secondo la tradizione cattolica, al 10 agosto del 253 d.C., anno in cui si verificò il martirio del diacono Lorenzo che piangendo ogni anno, sotto forma di stelle cadenti, rievoca i carboni ardenti con cui pare sia stato sacrificato. Un po’ più prosaica, ma alquanto efficace, la tradizione di epoca romana che riteneva che le stelle cadenti fossero una propizia pioggia di sperma del dio Inuo-Priapo che, con questo gesto, fecondava i campi.
Dal punto di vista strettamente astronomico non si tratta di stelle, ma di meteore, piccoli detriti di comete che la Terra si trova ad attraversare ogni anno durante il periodo estivo nel percorrere la sua orbita intorno al Sole.
imageLa cometa che ha dato origine a questo sciame è la Swift-Tuttle, che ha un nucleo di circa 10 km. Il suo ultimo passaggio al perielio (dal greco il punto di minima distanza di un corpo del Sistema solare dal Sole) è avvenuto nel 1992, ed il prossimo si realizzerà nel 2126. Le meteore che noi vedremo la notte di San Lorenzo,e le altre a seguire sono particelle rilasciate durante le passate orbite della cometa. Esse, penetrando l’atmosfera ad una velocità di decine di chilometri al secondo, si incendiano e diventano visibili nel cielo come meteore. Si tratta quindi di uno sciame di detriti che se prolungato, dal lato della provenienza, converge verso il punto di origine chiamato radiante. Per le meteore di agosto il radiante origina dalla costellazione di Perseo (visibile sotto Cassiopea). Ed è questo il motivo per cui esse vengono chiamate Perseidi. imageLa pioggia meteorica si manifesta dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto ed il picco di visibilità è concentrato attorno al 12 agosto, con una media di circa un centinaio di scie luminose osservabili ad occhio nudo ogni ora. Ciò rende questo sciame tra i più rilevanti in termini di osservabilità tra tutti quelli incrociati dal nostro pianeta nel corso della sua rivoluzione intorno al Sole. La sigla internazionale dello sciame è PER.

imageAl di là della chiarificazione astronomica resta l’evento alquanto singolare che può essere vissuto da soli o in coppia per un abbraccio con il cielo oppure in comitiva. E per festeggiarlo sono previste tante manifestazioni. Ecco alcuni consigli per goderlo al meglio:

  • Stare lontani dai luoghi illuminati: le fonti di luce artificiale potrebbero offuscare la visuale ed impedire una visione chiara del fenomeno;
    Mettetevi sdraiati: in spiaggia o su un prato, stando sdraiati si avrà una visione più completa del cielo notturno.
    Aspettate con pazienza. Si stima che ad occhio nudo è possibile vedere fino a 100 stelle cadenti in un’ora e, quindi, occorre attendere un po’ prima di avvistarle, anche perché l’occhio deve abituarsi al buio. Non guardate smartphone e tablet, che con la loro luce potrebbero offuscare un po’ la vista.
    Quando? In genere sono visibili già dopo la mezzanotte, ma il picco è previsto per le prime ore del mattino. Armatevi allora di felpa e qualche coperta, e con una bella compagnia attendete il momento giusto!
  • Per cui cieli e cuori sereni a tutti!
    Fonte foto: naturewordnews.com, patch.com, astrobackyard.com
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I PORTI DI LOS ANGELES, PALERMO E TERMINI IMERESE RAGGIUNGONO UN ACCORDO DI PARTENARIATO

Friendship port agreeement among Los Angeles, Palermo and Termini Imerese harbours
di Aurora Rainieri

E’ stato firmato nei giorni scorsi presso la sede dell’Autorità Portuale di Palermo un accordo di partenariato tra le città e i porti di Palermo, Termini Imerese e Los Angeles relativo al potenziamento dei rapporti commerciali, della cooperazione economica e del turismo tra gli Stati Uniti d’America e l’Italia. In particolare la collaborazione riguarderà i due porti siciliani ed il porto americano, sede dei più importanti scambi commerciali del Pacifico. image
L’intesa, denominata “Friendship Port Agreement”, stabilisce di condividere best practices e competenze nella gestione dei porti e delle operazioni portuali, nella logistica dei containers, nei servizi per le navi da crociera e nelle soluzioni per il trasporto multimodale.
Inoltre essa rappresenta l’inizio di un interscambio informativo su investimenti, tecnologie innovative, politiche ambientali e di una promozione dello sviluppo commerciale.
Una collaborazione a 360 gradi quindi, volta a soddisfare tutte le parti e ad accrescere le competenze portuali a beneficio delle economie regionali. Un accordo che pone le basi per la creazione di un trampolino di lancio, nato dalla sinergia delle tre città coinvolte, e che proietta un futuro all’insegna dello sviluppo e della crescita economica e culturale della Sicilia e degli Stati Uniti.
L’accordo di partenariato, che coinvolge non solo i porti ma anche le rispettive città, è stato firmato dal Presidente dell’Autorità portuale di Palermo, Vincenzo Cannatella, dal Consigliere del 15° distretto della città di Los Angeles Joe Buscaino, da Anthony Pirozzi, Commissario del porto di Los Angeles, dall’Assessore del Comune di Palermo Giuseppe Gini dal vice sindaco di Termini Imerese Vincenzo Ingrassia.image
Ad accompagnare Joe Buscaino c’era una folta delegazione proveniente da Los Angeles formata da 11 membri. Presente inoltre un centinaio di persone arrivate da Terrasini, Trappeto e Bagheria per festeggiare quest’uomo di origine siciliana che vuole – con questo accordo – contribuire alla crescita economica del nostro territorio.
Il consigliere Buscaino ha sottolineato che nel suo distretto, San Pedro, vivono circa 45 mila italiani, alcuni di loro continuano le attività che svolgevano in Sicilia, ossia lavorano al porto e sul molo. In ragione di ciò, il progetto di Buscaino mira ad incrementare una collaborazione tra il porto americano e i due porti siciliani sia per rafforzare le relazioni da un punto di vista turistico ed economico sia, in senso più largo, dal punto di vista culturale.
“Lavorare insieme – ha precisato il consigliere Buscaino – rafforza le energie e riduce le debolezze, insieme si cresce. I nostri porti possono imparare molto l’uno dall’altro”.
Il vice sindaco di Termini Imerese Vincenzo Ingrassia ha sottolineato l’importanza di questo accordo con la città di Los Angeles che ha concluso un percorso avviato dall’ex sindaco Totò Burrafato. “Si tratta – ha detto Ingrassia – di un primo passo verso qualcosa di grande perché coinvolge tre città come Palermo, Termini Imerese e Los Angeles e che, oltre a confermare il rapporto di fiducia e di affetto con gli Stati Uniti, proietta la Sicilia e, in particolare il nostro territorio, in un futuro di sviluppo concreto e realizzabile”.

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L’ARGENTINA CELEBRA DUECENTO ANNI D’INDIPENDENZA MANCA RAPPRESENTANZA ITALIANA ALLA CERIMONIA DI TUCUMAN

imagedi Guido Francesco Guida

Il nove luglio 2016 è stata una data importante e memorabile per la nazione Argentina. È ricorso, infatti, il duecentesimo anniversario della sua indipendenza dalla Spagna.
La manifestazione è stata celebrata ed ha visto, come detto nel giornale Tribunaitaliana.com di Marco Basti, la mancanza di discendenti di italiani tra i delegati. Il Presidente Mattarella che si trovava in viaggio in Argentina è rientrato in Italia dopo la triste vicenda di Dacca. Certamente per presenziare alle commemorazioni e non pensiamo in quanto capo delle forze armate italiane. La Fanfara dell’8º Reggimento Bersaglieri, di stanza a Caserta, ha partecipato alla parata militare di domenica 10 a Buenos Aires insieme ai militari argentini e di altri nove Paesi.
imageUna data fondamentale quella del 9 luglio 1816 che ha dato inizio alla storia di un grande Paese e che è stata scritta anche grazie al basilare contributo degli immigrati italiani. Tanti e fondamentali negli anni per il loro impegno, il loro lavoro e le loro tradizioni. L’Argentina “L’altra patria degli italiani” nella quale si intrecciano storie e passioni nel segno della fratellanza e dell’appartenenza. Gli italiani ed i loro eredi che, a parte il recente periodo della presidentessa Kirchner, hanno avuto sempre un ruolo ed un riconoscimento importantissimo.
Un’Argentina che nella sua bandiera porta i colori pensati da Manuel Belgrano a ricordo di quella casa nella città di San Iguel de Tucumán dove si riunirono i delegati delle Province Unite del Rio de la Plata per proclamare la dichiarazione dell’Indipendenza dal Regno di Spagna. “Verdes ventanas, rojizo techo, blanca casirta de Tucumán…”
Anche se le ricerche storiche e documentali affermano che i muri della casa erano bianchi e le porte e finestre furono dipinti di azzurro Prussia in vista del Congresso che doveva riunirsi nella città di San Iguel de Tucumán. Ma ben poco questo importa. Quello che va ricordato è che tanti italiani da allora hanno contribuito positivamente ai destini della nazione argentina. A cominciare dallo stesso Belgrano, avvocato politico e militare, che era figlio del commerciante genovese Domenico Belgrano e di María Josefa González Casero. E poi, per restare ai restauratori della “casita de Tucumán”, Angelo Paganelli e l’architetto Mario Buschiazzo, autore di tanti famosi palazzi in Buenos Aires e in altre città dell’Argentina. Ed ancora i fratelli Medici, costruttori di importanti opere pubbliche, Dionisio Petriella e Sara Sosa Miatello. E, più recentemente, i costruttori Capuano, Cotella, Trapani, Lucci e Sollazo, e Giovanni Dalma fondatore della Facoltà di Medicina dell’Università Nazionale di Tucumán ed i musicisti ed anche Rodolfo Mondolfo e Renato Treves nelle Facoltà di Filosofia e Giurisprudenza e Dino Jarach e i fratelli Terracina che illuminarono le varie aree del sapere illuminando l’Università. Ed ancora Parpagnoli rinnovò e pose le basi del nuovo spirito teatrale a Tucumán”. E se imageconsideriamo il tango, la danza per eccellenza argentina del corpo del cuore e della mente ” Tango fatal, soberbio y bruto. Tango de amenaza. Baile de amor y muerte”, anche lì gli italiani hanno dato il loro contributo. I nomi dei maggiori compositori ed interpreti di tango sono stati italiani a cominciare da Ignazio Corsini, uno dei più amati e noti cantautori “portenos” di inizio novecento e per continuare con i suonatori come il clarinettista Lorenzo Logatti, il chitarrista Antonio Scatasso, ed il poeta Mario Battistella, autore di alcuni dei più noti testi di canzoni tanguere. Per continuare poi con: Enrique Cadícamo, Juan Carlos Cobián, Juan D’Arienzo, Francisco De Caro, Enrique Delfino, Carlos Di Sarli, Jose Maria Contursi, Enrique Santos Discépolo, Genaro Ricardo Espósito, Oscar Juan de Dios Filiberti Rubaglio, Osvaldo Pugliese, Fernando Solanas, Aníbal Troilo. E dalla Sicilia Juan Caldarella, autore del famoso tango “Canaro en París”, il pianista Pascual Cardaropoli e Francisco Famiglietti. Una presenza imageantica e fondamentale per la storia argentina che ci porta, per finire, ai giorni d’oggi al nuovo presidente della nazione Argentina Mauricio Macri.
Fonte foto: culturaeculture.it, diariodecultura.com.ar, shutterstock.com, twitter.com

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PALERMO: LE VIE DELL’ACQUA

di GFG e Nicola Giuseppe Vanella

Le fontane, dopo le tgsrrsffoorri d’acqua, come segno di arte, ma anche di prosperità e momento di ristoro e riposo. Palermo ne era ricca. Situati in posti strategici restano nella mente e nei ricordi dei cittadini.  Ci vediamo presso la fontana …

La fontana del Garaffo originariamente si trovava alla Vucciria (quartiere popolare di Palermo) in piazza del Garraffo posta di fronte al Genio del Garraffo. Nel 1862 venne spostata presso piazza Marina dove attualmente si trovagarraffo3, soffocata dalle pesanti fronde dei ficus che la circondano.  Durante il Secondo Conflitto Mondiale l’opera scultorea venne bombardata e successivamente abbandonata.La fontana è di stile barocco e fu costruita nel 1698. Le statue furono scolpite dallo scultore Gioacchino Vitagliano  su progetto dell’architetto senatoriale Paolo Amato. La struttura è composta da tre vasche, poste a piramide, sormontate da una dea dell’abbondanza che cavalca un’aquila in lotta con un’idra. Le acque fluenti dalgarraffo1la testa dell’idra ghermita dall’aquila si riversavano in un duplice ordine di conche sostenute da delfini e, infine, nell’ampia vasca sottostante. Il suo nome significa “abbondante d’acqua” e deriva sia dall’arabo gharraf che dall’ebraico “garaph” che  vuol dire “defluire in un tubo” ed in modo abbondante.

Fonte foto: N. G. Vanella

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JUPITER: IS THERE ANY NEWS? JUNO SPACECRAFT ANSWERS ..

by Guido Francesco Guida

Jupiter dominates the evening sky January through July this year. In the mean time we are going to celebrate NASA’s Juno spacecraft. It was launched from Cape Canaveral Air Force Station on August 5, 2011 and, on the 4th of July, it has finally entered Jupiter’s orbit after a five year journey.

A 1/5 scale model size of NASA's solar-powered Juno spacecraft is displayed at the Jet Propulsion Laboratory in Pasadena, Calif. on Friday, July 1, 2016. The spacecraft is on the final leg of a five-year, 1.8 billion-mile voyage to the biggest planet in the solar system. It's expected to reach Jupiter and go into orbit around the planet on July 4. (AP Photo/Richard Vogel)

Juno spacecraft

“It’s a milestone for planetary science,” NASA Director of Planetary Science Jim Green said at a news conference, adding that the Juno mission should provide far more data than has been gleaned from fly-by trips past the gas giant. Juno is planned to orbit Jupiter 37 times over the next 20 months as it can provide new information about the gas giant’s core and composition. It also will take the first pictures of Jupiter’s polar regions and study the huge aurora that lights up Jupiter’s north and south poles.
Since It takes about 48 minutes to send a radio signal to Jupiter, and the same time to send one back. If there is an issue, NASA will hear about it an hour later, and by that time it will be way too late for the space agency to send any corrective signals from Earth. This is why the Juno mission team has programmed the spacecraft with ways to restart itself if something stops the engine burn. If all goes well, the burn will put Juno into a 53-day orbit around the planet.
Jupiter is the fifth planet from the Sun and the largest in the Solar System. It is a giant planet with a mass one-thousandth that of the Sun, but two and a half times that of all the other planets in the Solar System combined.
Jupiter is a giant gas planet and is like a star in composition. Its atmosphere is made up of mostly hydrogen gas and helium gas. The planet’s surface is covered in thick red, brown, yellow and white clouds. If it had been about 80 times more massive, it would have become a star rather than a planet. Jupiter has three thin rings and an extremely powerful magnetic field, like a giant magnet. It has 62 known moons. The planet’s four largest moons are Io, Europa, Ganymede (the largest moon in the solar system) and Callisto.
Watching from the Earth, on July 9th, the moon and Jupiter again appear close to one another. Than it will get lost to view and will reappear in the morning skies in October 2016.
Through binoculars we can see high-contrast cloud features on Jupiter and the four Galilean moons. Through a telescope we can see the Great Red Spot when it faces Earth. These features have been observed by astronomers for many centuries. In 1667 Giovanni Domenico Cassini observed a great spot on Jupiter, which he called “The Permanent Spot” and many cloud bands. Earlier that century, Galileo observed four moons of Jupiter over several weeks in 1610, and charted their movement around the planet.
Picture source: ibtimes.co.uk, nasa.gov, setterfield.org, sci-news.com,planetsedu.com, hdwaalpaersct.com, w41k.com

 

 

 

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SOLSTIZIO D’ESTATE: TRA SCIENZA E MITO

di Guido Francesco Guida

Siamo al solstizio d’estate, l’estate al suo massimo splendore. Anche se le condizioni meteorolol3giche sono alquanto instabili. Ma la data pensiamo meriti di essere annotata per tutti i suoi significati. Più o meno noti. Il solstizio quest’anno è occorso alle ore 22.34 del 20 giugno ed ha segnato l’inizio dell’estate. Dal punto di vista astronomico rappresenta il momento in cui il sole si pone allo Zenit del tropico del Cancro e raggiunge il punto di declinazione massima (distanza angolare dal piano equatoriale di un punto sulla sfera celeste). Il fenomeno, dal punto di vista scientifico, è dovuto all’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto all’eclittica (circolo massimo della sfera celeste che il Sole percorre nel suo moto annuo apparente tra le stelle); il valore di declinazione raggiunto infatti  coincide con l’angolo d’inclinazione terrestre e varia, in un periodo di 41 000 anni,  tra 22° 6′ e 24° 30′. Attualmente l’angolo è di 23° 27′ ed è in diminuzione. Nelle località comprese tra i circoli polari e i poli il Sole rimarra’ sopra l’orizzonte per 6 mesi, per tutto il giorno determinando quello che viene definito un’esperienza molto singolare: il cosiddetto “sole di mezzanotte”. Con l’ora legale estiva il sole addiruttura attorno alle ore 01:00 – 01:30. Il sole restera’ in quella posizione fino al 24 giugno. La singolarita’ del periodo è data dal fatto che queste sono le giornate più lunghe dell’anno dell’emisfero boreale (nord). Nel nostro calendario, gregoriano, puo’ cadere tra il 20 ed il 21 giugno. Questo accade in quanto ritarda ogni anno di circa 6 ore e va corretto ogni 4 anni in corrispondenza dell’anno bisestile. Queste le giuste considerazioni  per inquadrare il fenomeno dal punto di vista astronomico. Ma andiamo a quella che l’etnologia la storia del mito e della realta’ tra i popoli. Il Solstizio d’Estate ha sin dall’antichità attratto l’interesse e la curiosità di stregoni, santoni, astronomi e della gente comune che si riuniva per fare dei riti propiziatori. La singolarità astronomica ed antropologica è stata nota da tempi immemorabili e  venerata in molte parti del mondo ed in quasi tutte le civiltà della storia. Storia emito del sostizio per antonomasia è Stonenge.

Stonehenge, costruito tra il 2500 ed il 2000 A.C. nel Regno Unito, sopravvivono gli imponenti ruderi di un tempio druidico: due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate. L’asse del monumento è orientato astronomicamente, con un viale di accesso al cui centro si trova un macigno detto “pietra del calcagno” (Heel Stone cioè il “Tallone del frate”). La peculiarita’ di questa  pietra è che  viene superatasol dal sole soltanto in occasione del solstizio d’estate evidenziando come Stonehenge non sia soltanto un tempio, ma anche un calendario e che i suoi costruttori avevano già nozione di questi fenomeni. Gia’ lo storico  Diodoro Siculo, nel Primo secolo dopo Cristo, diceva anche che in quella zona Apollo (intendendo il sole o la luna) “sfiorava la terra ad un’altezza molto bassa”.  E’ il “Sogno di una notte di mezza estate”s5 - Copia, di Shakespeare che, nella sua opera, ne raffigura l’aspetto magico, dove sogno e realtà si fondono, tra amori e incanti nei boschi abitati da fauni e fate che si divertono a burlarsi dei poveri umani.

Macchu Picchu, luogo sacro degli Inca in Peru’ si può ancora vedere il Torreon, una pietra semicircolare incisa per osservazioni astronomiche nel quindicesimo secolo, e l’Intihuatana,  un orologio solare ricavato nella roccia. Mentre a Cuzco, capitale sol6dell’impero Inca, sorgono i Mojones, torri usate come “mire” per stabilire i giorni degli equinozi e dei solstizi. In Africa, ed esattamente in Egitto,  il tempio di Abu Simbel,fatto costruire da Ramses II nel tredicesimo secolo A.C., era dedicato al culto del Sole ed aveva riferimento agli equinozi. Anche a Riga, in Latvia, ottantamila persone hanno partecipato alla festa dei falo’ per Il solstizio d’estate in 11. novembra krastmala.

Per tornare a casa nostra, nell’antica Roma, le feste per il sosol7lsizio erano dedicate a Giano bifronte, rappresentato con due volti, uno barbuto e l’altro giovanile o femminile, a seconda delle interpretazioni. La terza faccia era invisibile, ma consente quella rotazione che accompagna anche la Terra e conduce a
lle due porte solstiziali. Da qui il compito di accompagnare il passaggio da uno stato all’altro ed il solstizio d’estate si colloca come confine che separa la crescita dal declino.

La  data cade con la festività cattolica della natività di San Giovanni Battista. Un Santo importante che battezzo’ Gesu’ Cristo. Tra i riti più importanti della notte di San Giovanni c’è qusol4ello dei falò che, accesi dai contadini sulle alture, avevano sia una funzione purificatrice che di venerazione del sole per propiziarsene la benevolenza e rallentarne idealmente la discesa. Nei falò erano bruciate cose vecchie o le erbe raccolte l’anno precedente poiché il fumo che ne scaturiva riuscisse a tenere lontani gli spiriti maligni. C’era anche l’usanza di bagnarsi, al sorgere del sole, occhi e viso con la rugiada raccolta durante la notte per allontanare i malanni. E per andare alla botanica l’iperico, od erba di San Giovanni, raggiunge la fioritura massima il 24 giugno. L’erba, detta anche scaccia diavoli, agisce sulla captazione  della serotonina in modo diverso dagli SSRI (Selective Serotonin Reuso2 - Copiaptake Inhibitor) ed ha un’azione antidepressia. Possiede anche proprietà antibatteriche e antinfiammatorie e viene consigliato nel trattamento di emorroidiferitepiaghe. In alcuni soggetti puo’ dare fotosensibilita’ ed  allergie ed è sconsigliata in allattamento e gravidanza. Per concludere ai giorni nostri Il solstizio è stato anche filmato dallo spazio dall’astronauso - Copiata Scott Kelly con un’immagine molto entusiasmante. Ma sta davvero iniziando l’estate? Se per il calendario questo è vero dal 24 giugno in poi il sole, che ha appena superato il punto del solstizio, comincerà a decrescere sull’orizzonte per dissolversi, al fine della sua corsa, verso il basso, nelle brume invernali.  Ci vorranno pero’ ben sei mesi! Ed allora … Buon solstizio e  godiamoci la nostra estate!

Fonte foto: greenstyle.it, wikipedia.org, kremmerz.it, baltikanews, inognidove.it, memphistrours.com, asdvivacalcio.it

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TELEFONINI E CANCRO: TROVATA UNA CONNESSIONE

di Guido Francesco Guida

Continua la querelle sull’eventuale danno per la salute prodotto da un uso prolungato dei telefonini. Questa volta si tratta dei risultati uno studio durato due anni e condotto sui topi dall’agenzia federale USA National Toxicology Program (NTP) la quale avrebbe evidenziato nel genere maschile un legame con alcuni tipi di cancro. Lo studio, costato 25 milioni di dollari, è stato condotto su oltre 2.500 ratti e topi che sono stati esposti agli effetti delle più comuni onde wireless GSM e GDMA (900 megahertz i ratti e 1900 megahertz i topi) in 21 camere appositamente progettate. Il tempo di esposizione dei ratti è stato di 10 minuti seguiti da una pausa di pari tempo per 18 ore per un totale di 9 ore di esposizione al giorno. I ratti che furono espostelefoniniti alle radiofrequenze in utero hanno mostrato avere un peso leggermente più basso alla nascita. I risultati ottenuti sui topi non sono stati ancora resi noti. Pur essendo stata ripresa da diverse testate giornalistiche invero la notizia è una anticipazione poiché lo studio completo sarà pubblicato nel 2017. I tumori sviluppati sarebbero qulli in qualche modo già legati alle radiofrequenze e cioè i gliomi maligni nel cervello e gli schwannomi nel cuore dei ratti maschi esposti. Finora i risultati di studi condotti in questo settore sono stati piuttosto contrastanti. Infatti se da una parte alcuni studi europei (progetto europeo Interphone) ed australiani avevano escluso alcun tipo di rapporto causa effetto tra le microonde prodotte dai cellulari ed il cancro, l’Organizzazione mondiale della sanità nel 2011 aveva classificato, basandosi su alcuni studi in laboratorio e su ricerche epidemiologiche, le radiofrequenze nel gruppo 2b. Cioè come ‘possibili agenti cancerogeni’ per gli stessi tipi di tumori riportati dalla ricerca dell’NTP.
Il presidente dell’EHT Devra Davis, è sicura che il risultato ottenuto negli animali possa essere trasferito agli umani ed ha dichiarato che “ dovremmo iniziare una seria discussione “su cosa può essere fatto adesso per prevenire un potenziale disastro pubblico mentre abbiamo ancora tempo per farlo”.
A questo punto, considerata la sempre crescente diffusione di questo mezzo di comunicazione, senza voler creare infondati allarmismi, nell’attesa della pubblicazione dello studio NTP si ritiene di consigliare, comunque, un uso dei telefonini non prolungato e ad una adeguata distanza dagli eventuali organi bersaglio di radiazioni.
Fonte foto: motherjoines.com

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